La bellezza vertiginosa dell’Alta Badia
Esperienze eccezionali, emozioni strabilianti
Una vacanza in Alta Badia è sempre piena di momenti irrepetibili ed emozioni forti. Ammirare come il rosso vivo infiamma le cime dolomitiche al tramonto, avviando lo spettacolo dell'Enrosadira. Esplorare l'imponente massiccio Puez-Odle o il leggendario regno dei Fanes con i suoi campi solcati, le sue grotte e gli altri straordinari segni del carsismo. Seguire le orme delle vecchie saghe, che rispecchiano, in modo fantasioso e ingenuo, le meraviglie naturali. Sono tante le incredibili avventure che Vi aspettano sulle Dolomiti in Alta Badia e nelle vallate vicine, quali la Val Gardena, la Val di Fassa, la Valle di Ampezzo, la Valle di Livinallongo/Fodom e la Val Pusteria.
La cultura della Val Badia
Un passato fondamentale e un presente effervescente
In un viaggio nella Val Badia non sono solo i paesaggi a dare emozioni. Fra le pieghe delle montagne si nascondono le pittoresche vestigia della straordinaria cultura ladina, si scoprono luoghi di antica spiritualità, dal fascino rustico ma commovente. Popoli retici e norici, truppe romane e la monarchia asburgica – sono stati loro a creare una cultura ineguagliabile e una lingua unica che, nell'isolamento naturale delle cinque vallate attorno al Gruppo del Sella, hanno dato vita ad un territorio chiamato Ladinia, di cui l'Alta Badia fa parte. Al giorno d'oggi, questa straordinaria terra si è trasformata in una rinomata destinazione turistica, mantenendo però le tracce del passato come tratto distintivo. Adesso il ladino è la terza lingua ufficiale dell'Alto Adige (assieme all'italiano e al tedesco) e la vita culturale delle vallate ladine è tuttora piena di tradizioni antiche legate alla quotidianità contadina e ispirate dallo stretto contatto con la natura montana che governava i ritmi di vita e di lavoro. Così, in estate e in autunno, potete ancora ammirare alcune usanze interessanti, come, ad esempio, la benedizione dei cesti di fiori ad agosto e le festività dedicate al rientro del bestiame dagli alpeggi a settembre. Diverse pittoresche processioni, sfilate e sagre, arricchite dai colorati costumi tradizionali e insaporite dalle tipiche prelibatezze ladine, aggiungeranno un tocco molto speciale alla vostra vacanza in Alta Badia. Durante i mesi invernali, invece, i contadini dedicavano tanto tempo all'artigianato – la posizione isolata delle vallate ladine rendeva difficile il commercio, perciò i ladini erano costretti a produrre tutto il necessario autonomamente. Così, con il passar del tempo, la lavorazione del legno e la tessitura artistica si sono trasformate da semplici mestieri in una vera e propria arte. Visitate alcuni dei negozi dell'artigianato e preparatevi a restarne colpiti!
I più interessanti musei in Alta Badia e nei dintorni
“Tesorerie” che meritano una visita
I musei della Val Badia non sono soltanto un’idea per le giornate di maltempo, ma un vero e proprio caveau di svariate peculiarità. Il più vicino a Badia è il Museo ladino Ursus Ladinicus a San Cassiano, dedicato alla geologia del territorio. Ma il Legendsprincipale museo etnografico è il Ciastel de Tor a San Martino. È qui che potete togliervi ogni curiosità sulla cultura, storia e identità ladine. Per ulteriori informazioni sul modo di vivere tirolese andate a Teodone nella vicina Val Pusteria, dove si trova il curiosissimo Museo provinciale degli usi e costumi con un vasto spazio all’ aria aperta, che evoca la vita contadina di una volta. Una meta imperdibile per gli sportivi è il nuovissimo Messner Mountain Museum al Plan de Corones con un focus sull’alpinismo. Gli appassionati della natura alpina, nel frattempo, apprezzeranno molto il Centro visite del Parco naturale Fanes-Senes-Braies a San Vigilio di Marebbe.
Le legende
Storie e raccondi delle Dolomiti
Tantissime sono le saghe delle Ganes e dei Salvans, personaggi di molte leggende delle Dolomiti. Erano delle creature semplici che vivevano nei boschi nutrendosi di ciò che regalava loro la natura e vestendosi con pelli di animali.
Erano molto amichevoli e non avrebbero mai fatto del male a nessuno. Scendevano solo ogni tanto nei villaggi per scaldarsi e procurarsi un po' di cibo.
C'era una volta un contadino che si innamorò di una Gana molto bella, che spesso scendeva fino al paese e col tempo imparò a parlare la lingua degli abitanti. Un giorno, quando la Gana era in paese, il contadino le chiese di sposarlo. La Gana accettò, ma a patto che il marito non sfiorasse mai il suo viso con il dorso della mano, altrimenti lei avrebbe dovuto lasciarlo per sempre. Le cose andavano per il meglio finché un giorno la Gana chiese al marito di guardare se c'era qualcosa sulla sua fronte che le dava fastidio. Lui sfiorò involontariamente con il dorso della mano la fronte della moglie che incominciò a piangere e presto svanì. (Janbatista Alton, Proverbi, traduzioni ed aneddoti delle valli ladine orientali, con versione italiana, Wagner Universitätsverlag, Innsbruck 1881,p 65-67)
Erano molto amichevoli e non avrebbero mai fatto del male a nessuno. Scendevano solo ogni tanto nei villaggi per scaldarsi e procurarsi un po' di cibo.
C'era una volta un contadino che si innamorò di una Gana molto bella, che spesso scendeva fino al paese e col tempo imparò a parlare la lingua degli abitanti. Un giorno, quando la Gana era in paese, il contadino le chiese di sposarlo. La Gana accettò, ma a patto che il marito non sfiorasse mai il suo viso con il dorso della mano, altrimenti lei avrebbe dovuto lasciarlo per sempre. Le cose andavano per il meglio finché un giorno la Gana chiese al marito di guardare se c'era qualcosa sulla sua fronte che le dava fastidio. Lui sfiorò involontariamente con il dorso della mano la fronte della moglie che incominciò a piangere e presto svanì. (Janbatista Alton, Proverbi, traduzioni ed aneddoti delle valli ladine orientali, con versione italiana, Wagner Universitätsverlag, Innsbruck 1881,p 65-67)
Sant Ujöp da Oies
San Giuseppe Freinademetz
San Giuseppe Freinademetz nacque il 15 aprile 1852 nelle Dolomiti, ad Oies, un piccolo paesino in Alta Badia, ma visse per tanti anni in Cina e vi morì il 28 gennaio 1908. Amava profondamente il popolo cinese e una volta scrisse alla sua famiglia: "Io amo la Cina e i cinesi; voglio morire in mezzo a loro, e tra loro essere sepolto."
La sua casa natale, risalente a più di 250 anni fa e caratterizzata da uno stile semplice e rustico, è aperta al pubblico ed è visitabile tutto l'anno.
La sua casa natale, risalente a più di 250 anni fa e caratterizzata da uno stile semplice e rustico, è aperta al pubblico ed è visitabile tutto l'anno.